;

Descrizione:
Poeta e romanziere scozzese, si dedicò fin dall’infanzia alla composizione di racconti di avventure. Questa inclinazione allo storytelling si manifesta con evidenza nella sua produzione romanzesca a partire dal 1814, anno della pubblicazione di  Waverley,  il primo di una lunga e fortunatissima serie di romanzi storici,  tra i quali vale la pena ricordare The Antiquary e Old Mortality del 1816, Rob Roy del 1817, The Bride of Lammermoor del 1819, Ivanhoe e The Abbot del 1820, The Pirate del 1822, per arrivare a The Betrothed e The Talisman del 1825. Nel 1813 il suo rifiuto permise a Robert Southey di diventare poeta laureato.  

Malgrado fosse stato introdotto alla traduzione dell’Inferno di Cary fin dal 1807, Scott non permise a Dante di influenzare la sua produzione, rimanendo in un certo senso diffidente nei confronti della Commedia, che in un famoso passo di Rob Roy (1817) definisce “a wild and gloomy poem”. In  The Fortunes of Nigel (1822), comunque, l’Inferno di Dante diventa il referente simbolico per descrivere l’entrata al Traitor’s Gate della Torre di Londra. 
Come ben traspare da una lettera del 12 ottobre 1825, Scott riconosce la grandezza di Dante, ma il suo rapporto con il poeta italiano si ferma ad un apprezzamento ‘a distanza’. Commentando l’edizione della Divina Commedia progettata da Ugo Foscolo, Scott dichiara infatti: "I will subscribe for Dante with all pleasure, on condition you do not insist on my reading him" (Familiar Letters 1894, ii, 356).

Bibliografia:
SCOTT W., 1982. Rob Roy, ed. W. M. Parker, London: Dent. 
SCOTT W., 1969. The Fortunes of Nigel, London: Dent.

Autore: Paolo Bugliani

Sir Walter Scott, painted by Raeburn, etched by Batley