Opera: 4.48 Psychosis

Traduzione: Barbara Nativi

Data debutto: 20/10/2006

Luogo debutto: Teatro Duse, Bari

Regia: Andrea Cramarossa

Compagnia/Produzione: Cooperativa Verderame / Teatro delle Bambole

Interpreti e team creativo
con Andrea Cramarossa
costumi Iole Verano
luci e fonica Gerolamo Indovina (poi Federico Gobbi)

Tournée/Riprese
Spazio O.F.F. Opificio Fabrica Famae, Trani (7 dicembre 2007)
Rialto Santambrogio, Roma (marzo 2008)
Sala Teatro Ichos, Napoli (7-9 dicembre 2018)

Descrizione: Interessante riproduzione in forma di monologo con interprete maschile e conseguente scardinamento del principio mimetico che regola gran parte delle versioni per attrice sola. Come spiega il regista (comunicazione personale, 10 luglio 2019),  "non penso che i personaggi possano avere un sesso in sé, così come non lo hanno le persone, o meglio, per me, non è così rilevante. (...)  Non esiste, per me, un "teatro al femminile" o al "maschile"; le storie che vengono narrate possono evolversi e trascendere la materia pur rimanendo dentro il senso e il significato delle parole che compongono la narrazione. Per questi motivi non mi sono mai posto il 'problema' che il monologo Psicosi delle 4 e 48 fosse per attrice e non per attore. Qualcosa, in me, ha risuonato immediatamente: quel tema, appunto, trattato dalla poetessa e così aderente al suo vivere, così biologicamente calzante con quella poesia vissuta, che poteva essere tranquillamente anche il mio o di chiunque ne sentisse una irresistibile 'risonanza'." 
Per circa settanta minuti Andrea Cramarossa recita nel buio totale, solo di tanto in tanto rischiarato da tenui bagliori, esibendosi in un medley vocale che alterna la resa meccanica, spersonalizzata, di un navigatore automatico alla lettura interpretata o alla parodia. La pièce di Sarah Kane si trasforma in un "rituale spettrale" (Viesti su Hystrio), un gioco di dissolvenza nel quale si perdono i confini tra sé e mondo, un medley di voci, discorsi e registri eterogenei – dal dramma al sarcasmo, dall’invettiva al lamento – incapaci di cristallizzarsi in una forma stabile. Nei rari momenti in cui l’interprete si rende visibile, accendendo per qualche istante una lampadina durante i dialoghi sé/altro, la fluidità dei contorni identitari viene ulteriormente esplicitata dalla sua caratterizzazione in senso queer: abito bianco da sposa con strascico, ali d’angelo e una calza di nylon in testa a sottolineare la resistenza alla soggettivazione. 

Contributi critici scelti
Recensioni:

Nicola Viesti, "Psychosis al buio totale", Hystrio 1/2007 (gennaio-marzo), p. 90
Fulvio Padulano, "Psicosi senza rappresentazione", Il Pickwick (21/12/2018) http://bit.ly/2KKfCXE

Altri riferimenti:
Sara Soncini, Le metamorfosi di Sarah Kane: 4.48 Psychosis sulle scene italiane, Pisa, Pisa University Press, 2020, pp. 67-69.

Nell'Archivio "Andrea Cramarossa - Teatro delle Bambole" ospitato a Napoli dalla Fondazione Morra ( www.fondazionemorra.org) sono conservati materiali e documenti di vario genere (fisici e digitali) relativi allo spettacolo.

Foto: Pierpaolo Vitale