Opera: 4.48 Psychosis

Traduzione: Barbara Nativi

Data debutto: 01/07/2011

Luogo debutto: Castello Pasquini, Castiglioncello (Festival Inequilibrio)

Regia: Maurizio Lupinelli

Compagnia/Produzione: Nerval Teatro, Armunia Festival Costa degli Etruschi, Regione Toscana
in collaborazione con La città del teatro di Cascina 

Interpreti e team creativo
con Elisa Pol
spazio scenico Alessandra Ferrari
costumi Maria Chiara Grotto
disegno luci Maurizio Lupinelli
foto Simone Evangelisti 

Tournée/Riprese
Teatro il Moderno, Agliana (15-16 novembre 2012) 
Spazio Vulkano, San Bartolo di Ravenna (5-9 dicembre 2012)
Teatro Rossi Aperto, Pisa (14 dicembre 2012)
Spazio Bam, Rimini (30 novembre-1 dicembre 2013)
Sala del Mulino, Sant’Eraclio (13-14 dicembre 2013)
Rialto S. Ambrogio, Roma (12-14 marzo 2015)
Festival Abboccaperta, Bergamo (25 settembre 2015)
Centro Giovanile Valtorto, Ravenna (2-6 dicembre 2015)
Drama Teatro, Modena (7 febbraio 2016)

Descrizione: Probabilmente la più rigorosa tra le molte realizzazioni in forma di assolo al femminile andate in scena in Italia. Per cinquanta minuti filati, nella semioscurità di uno spazio scenico completamente spoglio, l’impeccabile Elisa Pol scandisce le parole di Sarah Kane senza mai alzarsi dalla sedia che sembra attrarla a sé come una calamita. Nessun interlocutore a mitigare il monologismo della comunicazione, nessuna partitura visiva o sonora a introdurre un elemento di dialogo o contrappunto nel fluire della recitazione, nessun ricorso alla fonica per modulare con effetti la voce solitaria della performer. Tutti i momenti potenzialmente dialettici, tra cui i botta e risposta tra la voce della paziente e quella del medico, assumono i tratti inequivocabili di una schizofrenica conversazione intrapsichica.
Nonostante lo spettacolo si regga interamente sulla sua performance, tuttavia, Elisa Pol rappresenta un efficace anti-modello rispetto ai tipici cliché dell’assolo al femminile. Con un procedimento che deve molto alla sperimentazione beckettiana, la produzione di Lupinelli trasforma l’attrice in un dispositivo scenico, un portavoce mosso da un’istanza esterna rispetto al discorso di cui si fa tramite: un automa, più che un essere umano, in un’interpretazione che da subito sgombera il campo da ogni possibile cliché teatrale sull’isteria e la disperazione. Spersonalizzata, trasformata in un congegno deputato alla trasmissione del testo e della pluralità di voci e discorsi che lo abitano, con questo spettacolo Pol offre un’importante dimostrazione della possibilità, anche per la voce sola, di aprirsi alla qualità sinfonica della scrittura di Sarah Kane. 

Contributi critici scelti
Simone Nebbia, "L'estetica del buio profondo:Psicosi delle 4.48 di Sarah Kane per Nerval Teatro", TeatroeCritica,  8 luglio 2011 https://bit.ly/2XbaQ9T

Sara Soncini, Le metamorfosi di Sarah Kane: 4.48 Psychosis sulle scene italiane, Pisa, PUP, 2020, pp. 69-73

Foto: Maurizio Lupinelli

Contenuti multimediali
Collegamento al video integrale dello spettacolo