Opera: 4.48 Psychosis

Data debutto: 19/01/2018

Luogo debutto: Teatro Palladium, Roma

Ideazione/Drammaturgia: Enrico Frattaroli

Regia: Enrico Frattaroli

Compagnia/Produzione: Neroluce/Florian Metateatro; poi Frattaroli/Pascale

Interpreti e team creativo
con Mariateresa Pascale ed Enrico Frattaroli
elaborazioni musicali da G. Mahler e P.J. Harvey
soprano Patrizia Polia
pianoforte Diego Procoli
creazioni video e impianto scenico Enrico Frattaroli
responsabili tecnici Renato Barattuccu, Edoardo De Piccoli
assistente alla regia Giorgia Sdei
cura Giulia Basel

Tournée/Riprese
Florian Espace, Pescara, (13 gennaio 2018; anteprima)
Florian Espace, Pescara (23 febbraio 2018)
Teatro Comunale, Corato (BA), Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi (29 -30 settembre 2018; prima assoluta della versione digital/live)
Teatro Sociale, Bellinzona (14 novembre 2018; versione all digital)
Teatro del Lido, Ostia (12-13 gennaio 2019; versione digital/live)
Teatro Rossi Aperto, Pisa (29 maggio 2019; versione all digital)
Teatro Sannazzaro, Napoli, Napoli Teatro Festival Italia (22-23 giugno 2019; versione digital/live)
Teatro Belli, Roma, TREND - Nuove frontiere della scena britannica (20-21 dicembre 2019; versione all digital)

Descrizione: Acclamata reinterpretazione in chiave multimediale, frutto di un raffinato e meticoloso lavoro di ricerca, l’adattamento presentato da Enrico Frattaroli nel 2018, a quasi vent’anni dalla prima italiana di 4.48 Psychosis, offre un’attestazione paradigmatica dell’azione propulsiva che il testo di Kane continua a esercitare sulla nostra scena sperimentale.
Nell’accostarsi al testo, il regista parte dalla percezione di una profonda affinità concettuale tra l’ultima opera di Kane e l’‘Adagissimo’ che conclude nona sinfonia di Mahler, una corrispondenza individuata, in particolare, nella tensione verso il silenzio che si manifesta tanto nel finale mahleriano, quanto nella progressiva rarefazione della parola che caratterizza la chiusa di Psychosis. Procedendo alla stregua di un compositore, Frattaroli accorda le battute del dramma, affidate a Mariateresa Pascale, con le note di Mahler; decostruisce e ricostruisce il brano classico nell’intento dichiarato di creare ‘un rapporto simbiotico tra musica e testo, concependo l’una come la continuazione dell’altro e viceversa’ (così nelle note estese di regia pubblicate sul supplemento La Lettura del Corriere della Sera). Su questa partitura-matrice di registro lirico viene poi a innestarsi la voce rock, scura e intensa, di P.J. Harvey, convocata a sostenere con la sua potenza viscerale il grido di ribellione dell’Io contro medici inetti, amanti assenti, spettatori giudicanti. In scena, il testo lirico/vocale dello spettacolo entra in risonanza con una suggestiva partitura visiva la quale, a sua volta, mette in campo una pluralità di livelli e linguaggi. Mariateresa Pascale ci porge le parole di Sarah Kane da un ‘luogo postumo vissuto in vita’, secondo la definizione dello stesso regista, un ambiente fisico che allude a una sala da concerto in disuso ma anche, al tempo stesso, a uno spazio mentale ingrandito nelle sue suggestioni dalle proiezioni digitali che invadono il fondale in un flusso ritmato che intreccia e mette in sinergia immagini e segni: scorci in bianco e nero di un paesaggio antropico desolante e spettrale, porzioni dello spartito mahleriano, frammenti del testo di Sarah Kane che vediamo scriversi, in corsivo o a macchina, in italiano o in inglese, sul fondo di una scena tornata a essere pagina.
Nella seconda versione “live/digital” dello spettacolo, presentata nel settembre del 2018 e da allora in distribuzione insieme alla versione “all digital”, l’impostazione orchestrale della performance viene resa ancor più evidente dalla presenza in scena della soprano Patrizia Polia e di Diego Procoli al pianoforte. Nel lavoro di Frattaroli, tuttavia, il concetto di sinfonia invocato nel titolo dello spettacolo trascende l’accezione prettamente musicale per designare metodo di lavoro, una concezione della regia come concertazione di linguaggi e forme espressive eterogenee che operano in sinergia, collocandosi in ideale continuità con l’impianto marcatamente polifonico assunto dalla drammaturgia di Sarah Kane dopo la “svolta lirica”.

Contributi critici scelti
Recensioni:
Franco Cordelli, "Aprite il sipario, (la vita) è finita", Corriere della Sera, supplemento La Lettura, 18 febbraio 2018, p. 33 http://bit.ly/2n7O9p1
Rodolfo Di Giammarco, “4.48 psychosis”, laRepubblica.it, Blog “Che teatro fa”, 21 febbraio 2018 https://bit.ly/2CSOCmc
Nicola Viesti, "Sarah Kane. Come una sinfonia", Hystrio 31:1 (2019). p. 91 http://bit.ly/2lBpicJ

Altri contributi:
Enrico Frattaroli, “Sinfonia per voce sola: ‘Amatemi’”, Corriere della Sera, supplemento La Lettura, 18 febbraio 2018, pp. 33-35 http://bit.ly/2n7O9p1
Mariateresa Pascale, "Poesia lucida e affilata, bellezza impetuosa", Corriere della Sera, supplemento La Lettura, 3 febbraio 2019, p. 43 (testimonianza dell'attrice inclusa nella retrospettiva dedicata a Sarah Kane per il ventennale della scomparsa)
Sara Soncini, Le metamorfosi di Sarah Kane: 4.48 Psychosis sulle scene italiane, Pisa, Pisa University Press, 2020, pp. 106-110 

Contenuti multimediali
Collegamento al video integrale della prima rappresentazione al Palladium di Roma (19/01/2018)
Collegamento al video integrale della ripresa a Pescara (13/02/2018)