Opera: 4.48 Psychosis

Traduzione: Barbara Nativi, rivista da Dimitri Milopulos

Data debutto: 28/09/2018

Luogo debutto: Teatro della Limonaia, Sesto Fiorentino

Regia: Dimitri Milopulos

Interpreti e team creativo
con Valentina Banci, Teresa Fallai, Sonia Remorini 
musiche originali Marco Baraldi 
soprano Francesca Maionchi
assistente alle musiche Federico Ciompi
effetti sonori Vanni Cassori
sartoria Silvana Castaldi

Tournée/Riprese
Teatro della Limonaia, Sesto Fiorentino, Intercity Winter (25-27 gennaio 2019)

Descrizione: L’allestimento di 4.48 Psychosis realizzato da Dimitri Milopulos nel 2018, in prossimità del ventennale della scomparsa, segna il ritorno di Sarah Kane nella sua prima e più importante “casa” italiana, il Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino. Il ritardo con cui lo spazio italiano a cui è maggiormente legata la figura della drammaturga britannica ha allestito questo testo così determinante per la sua canonizzazione è dovuto in parte a una forma di pudore – sia Barbara Nativi che il suo successore alla guida della Limonaia avevano stabilito un rapporto personale con Kane – e in parte al difficile confronto con la regia di James MacDonald. Nativi e Milopulos assistono insieme allo spettacolo del Royal Court in occasione della sua ripresa nella Sarah Kane season del 2001 e ne rimangono talmente folgorati e scossi da decidere insieme di non voler mai più vedere un’altra versione di 4.48 Psychosis, né tantomeno realizzarla. Quando ritorna sulla sua decisione, a oltre quindici anni di distanza, Milopulos è immediatamente portato a prendere le distanze dalla tradizione ormai consolidata dello one-woman show a favore di una realizzazione polifonica. In un primo momento orientato a replicare il modello britannico, scritturando due attrici e un attore, il regista propende in seguito per un cast interamente femminile e suddivide le battute del testo equamente tra Valentina Banci, Teresa Fallai e Sonia Remorini; anche gli scambi medico-paziente, così come la cartella clinica, vengono ridistribuiti e trasformati in una conversazione a tre voci. Sempre contemporaneamente in scena, Remorini, Banci e Fallai rappresentano tre diverse incarnazioni successive dello stesso personaggio femminile: adolescenziale e ribelle la prima, più matura e sensuale la seconda, “antica” e onirica, come la “coscienza” menzionata nell’attacco del secondo frammento di 4.48 Psychosis, la terza. A differenza delle sue partner, quest’ultima non si sposta mai dal suo divano a fondo scena; come assisa in trono, osserva e, talvolta, effettivamente controlla gli spostamenti delle altre due attrici sul palcoscenico-scacchiera progettato da Milopulos. A corroborare l’impressione di un finale di partita di beckettiana memoria, sulla parete di fondo campeggia un grande orologio dagli ingranaggi a vista che, con il suo fragoroso ticchettio, sottolinea l’inesorabile approssimarsi del momento terminale, la tensione comune verso l’annientamento.

Contributi critici scelti
Recensioni:
Dante Bigagli, "La Psicosi della Limonaia, monologo per tre attrici", Corriere Nazionale, 2 ottobre 2018 https://bit.ly/2ZxXzLJ
Cesare Molinari, "Sarah Kane ritorna a Sesto Fiorentino" https://bit.ly/2WNFck7
Luigi Scardigli, "Polifonico. A cappella", Meglio Meno https://bit.ly/3cPK9yn

Altri riferimenti:
Sara Soncini, Le metamorfosi di Sarah Kane: 4.48 Psychosis sulle scene italiane, Pisa, PUP, 2020, pp. 73-75

Foto: Enrico Gallina