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Descrizione: La Gallerie des femmes fortes del padre gesuita Pierre Lemoyne rappresenta un’interessante eccezione ai clichés di un genere letterario dedicato all’elogio della donna forte, all’epoca molto in voga. L’autore attribuisce infatti la straordinarietà delle imprese di Giovanna d’Arco non tanto al suo essere donna, quanto al suo coraggio, un dono che Dio poteva però infondere in ugual misura in entrambi i sessi. Lemoyne introduce ai lettori la storia della sua eroina come un’avventura che supera ogni realtà immaginabile e verosimile: Dio aveva scelto una fanciulla per strappare la Francia dalle mani dei nemici, per poi inviarla dal re con le sue promesse di vittoria. Questi, dopo un’attenta indagine sulla sua vita, le aveva affidato le sue truppe, e la vittoria da lei riportata a Orléans costituì sia la prova più evidente della sua onestà, sia la migliore risposta a coloro che l’avevano calunniata. Allo stesso modo, l’incoronazione del Delfino aveva non soltanto segnato la completa sconfitta degli inglesi, ma anche dimostrato la veridicità delle profezie della sua paladina. Non è possibile, tuttavia, pensare a lei come a una semplice pastorella, né tantomeno come a un’Amazzone, termini di paragone ben poco attinenti alla sacralità della sua ispirazione. Lo Spirito che era in lei, lo stesso che aveva ispirato Debora e Davide, proviene infatti da una realtà ben più pura e luminosa e aveva donato alla Pulzella la scienza della profezia e la virtù delle vittorie. Lemoyne prosegue il suo elogio dando voce alla Pulzella, la quale difende il suo operato in quanto decisivo per entrambe le nazioni, poiché ha abbattuto l’orgogliosa fierezza dell’Inghilterra e ha restaurato la libertà della Francia. Il rogo non aveva saputo distruggere la sua innocenza, e aveva ottenuto molto di più di quanto il suo coraggio non sia riuscito a conseguire. Ma la storia di Giovanna d’Arco è, per il gesuita, ben lontana dalle favole e dalle menzogne che spesso l’hanno caratterizzata: essa è prima di ogni altra cosa pura e semplice verità, senza abbellimenti di sorta. Oltre al dono della profezia, lo Spirito che l’aveva chiamata all’azione le aveva concesso un cuore da conquistatore, iniziandola al mestiere delle armi e facendo di lei una nuova Giuditta. Dunque, se Dio aveva permesso che venisse catturata, ciò era avvenuto affinché lei potesse raggiungere la perfezione, vincendo con la pazienza così come aveva fatto con il suo valore. La sua esecuzione fu il più grave peccato commesso dagli inglesi, la colpa che attirò su di essi la collera di Dio, vendicatore dell’innocente oppresso e tuttavia, dopo la sua morte, lo spirito della Pulzella ha proseguito la sua battaglia: come un’ape casta e coraggiosa, Giovanna aveva aveva punto e cacciato con la sua spada i Leopardi inglesi, difendendo i gigli che incoronano i re di Francia.
Infine, per Lemoyne, la vicenda della Pulzella racchiude in sé la più alta lezione di uguaglianza: essa dimostra infatti che non esistono differenze tra gli uomini, e che il sangue del principe e del pastore hanno il medesimo colore. In ogni tempo, Dio ha voluto sconfiggere l’orgoglio con la debolezza per dimostrare che anche le mani più fragili, quando sono da lui benedette, possono difendere gli scettri e i troni, “& que les Femmes qui ne ʃont point Femmes par le coeur, peuuent monter auʃʃi haut, & s’approcher auʃʃi prez de’elle quel les Hommes” ( P. Lemoyne, Gallerie des femmes fortes, 1647, p. 310).

Autore: Pierre Lemoyne (1602-1672)

Datazione: 1647

Ed Antiche: Gallerie des femmes fortes par le P. Pierre Le Moyne de la Compagnie de Iesvs. A Paris, chez Antoine de Sommaville, 1647.
Riferimenti a Giovanna d’Arco: pp. 303-310.
http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k841284r/f22.image

Nazione: Francia

Parole chiave

  • Donne illustri, elogio, Pierre Lemoyne