Il mito di Giovanna d’Arco

autore: Anita Simonini - referente scientifico: Carla Dente

© Pisa University Press 2016
DOI: 10.12871/giovannad'arco01
Sottoposto a peer-review
Published: 30/09/2016
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INTRODUZIONE

L’itinerario disegnato dalle schede che seguono prende in esame una selezione di testi storiografici e letterari volti a illustrare le diverse rappresentazioni culturali di Giovanna d’Arco in Francia e in Inghilterra in un periodo compreso tra il XV° e il XX° secolo, durante il quale, la contadina della Lorena, figlia del suo tempo e del suo gruppo sociale, è entrata nella dimensione illimitata e multiforme del mito.
In Francia, esso è iniziato con la celebrazione dei cronisti, dei teologi e dei poeti direttamente coinvolti dall’entusiasmo generale per l’eroina di Orléans, ma anche con la continua demistificazione dei cronisti borgognoni, che pure hanno contribuito ad accrescere l’interesse nei suoi confronti. Vulnerabile alle più disparate rivoluzioni del pensiero pubblico, offuscato e rimesso in moto dai dibattiti di cui è divenuto oggetto, il mito si è poi evoluto con l’appropriazione di coloro che avevano voluto elevarla a simbolo di movimenti e ideologie collettive, in netta contrapposizione con chi, proprio tra i suoi connazionali, aveva invece inteso contestarlo o demolirlo.
Giovanna d’Arco non tarda tuttavia a lasciare una traccia significativa anche sul suolo britannico, come si evince dalle testimonianze dei cronisti inglesi del XV° secolo. Per quanto brevi, frammentari e chiaramente sfavorevoli, questi resoconti prevalentemente anonimi getteranno le basi per la costruzione di un mito antitetico, alimentato dalla corrispondenza epistolare tra le autorità inglesi e francesi decise a porre fine all’azione della Pulzella e a cancellarne la memoria. Si attribuisce invece a Shakespeare la prima rielaborazione letteraria della storia dell’eroina francese, la quale, tra le pagine di Henry VI, assume quei connotati inquietanti e demoniaci di una tradizione inglese ostile e vigente da oltre un secolo, ma destinata ad una graduale inversione di tendenza che condurrà poi alla canonizzazione storico letteraria della Maid of England, decretata ufficialmente dalla Joan of Arc (1796) di Robert Southey.
L’inizio della ricerca dalla storiografia è pertanto sembrato corretto allo scopo di fornire una base fattuale al primo manifestarsi del mito e una adeguata chiave di lettura per i continui riadattamenti che ne hanno scandito l’evoluzione, a sua volta proseguita con un riferimento alle risultanze processuali dell’epoca, oltre che con le più quotate biografie contemporanee.
Tuttavia, se ogni reinterpretazione è stata spesso esclusa dagli storici, determinati a ricostruire gli avvenimenti nel modo più autentico attraverso le fonti ad essi contemporanee, l’intromissione di una forma scritta che potesse tramandarli ha comunque determinato una manipolazione più o meno intenzionale da parte dell’autore. Ne consegue, dunque, che quello di Giovanna d’Arco in realtà è un mito, un mito creatore di se stesso in virtù di peculiarità sue proprie, ma anche una creazione scaturita dalla voce pubblica, da testimonianze e da tradizioni popolari, con immissioni che in larga parte trascendono chi le ha fatte e realizzano un percorso parallelo tra Storia e Letteratura, non privo di intersechi inopinati che si intende mettere in evidenza.