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Descrizione: I sei volumi della History of Great Britain di Robert Henry devono principalmente la loro genesi al successo del suo conterraneo David Hume, e benché non manchino riferimenti a Monstrelet, Rymer e Hall oltre che a diversi autori francesi, il suo resoconto su Giovanna d’Arco ripropone sostanzialmente l’impianto narrativo di Hume e di tutti gli altri scrittori che a lui si erano ispirati. Più di altri, tuttavia, lo storico mettere in risalto l’importanza del suo ruolo di capitano e profetessa dei francesi, la cui importanza era tale da indurre i generali ad accondiscendere alle sue proposte, anche se non condivise. Anche per Henry, la Pulzella è l’artefice del “moſt ſurprising change of fortune” (R. Henry, The History of Great Britain, Volume the Ninth, 1800, p. 92) che si era mai verificato tra le due nazioni, reso ancora più straordinario in quanto causato da una povera e oscura contadinella; e anche per lui Giovanna lavora in un’osteria, un’occupazione che, lungi dall’essere indegna e degradante, come invece era emerso dai resoconti di Monstrelet e Hall, aveva invece accresciuto la sua forza e il suo coraggio. Complessivamente, “nothing very uncommon appeared in her character while she was a ʃervant”( Ibid., p. 92), ma è proprio in questo periodo, secondo Henry, che Giovanna matura la sua vocazione, ascoltando le frequenti conversazioni sulla situazione politica francese: questi racconti, insieme all’odio per gli inglesi e alla compassione per il suo paese, la infiammano a tal punto da convincersi che Santa Caterina e Santa Margherita le ordinassero per conto di Dio di liberare la sua terra dai nemici. Il suo entusiasmo induce Baudricourt ad inviarla a Chinon, dove la curiosità, sottolinea, prevalse sulla prudenza; così, mentre le parole rivolte da Giovanna al Delfino persuadono la corte e il popolo della sacralità della sua missione, il terrore attanaglia i soldati inglesi al pensiero di iniziare una battaglia contro il cielo, o, come invece affermavano i loro capitani, contro l’inferno: “Enthuſiaſm, osserva Henry, as well as terror is infectious” (Ibid., p. 93).
Che la Pulzella abbia avuto un ruolo considerevole nel risollevare i suoi soldati e nel seminare il terrore tra gli avversari è un fatto che trova nuovamente conferma nei documenti citati da Rymer; Henry osserva comunque che, sebbene le campagne militari fossero in realtà condotte dai più coraggiosi generali, questi attribuivano saggiamente il merito dei loro successi alla Pulzella, allo scopo di mantenere vivo l’entusiasmo delle truppe. Eccessiva è invece, a suo avviso, la gioia degli inglesi e dei borgognoni per la cattura della loro nemica, e la sua disapprovazione per il crudele trattamento riservatole dagli inglesi è senza riserve. Non manca però un primo, moderato riferimento all’ingratitudine dei francesi, i quali avevano lasciato la loro paladina nelle mani dei nemici, una questione sul quale gli storici dell’epoca romantica si confronteranno a lungo. Quanto al processo di condanna, Henry non si sofferma sugli interrogatori e sui capi d’accusa formulati dai giudici, ma sulla loro determinazione nel dichiararla colpevole. Pertanto, dopo aver descritto la commissione incaricata da Cauchon di condurre l’inchiesta sulla gioventù e sull’infanzia di Giovanna d’Arco a Domrémy, lo storico sottolinea che per tutta la durata del processo i giudici la sottoposero ad una interminabile successione di domande astute e ingannevoli, ma non riuscendo a trovare alcun fondamento per una condanna le prefigurarono l’orrore della sentenza che stava per essere emessa contro di lei, allo scopo di indurla ad abiurare i suoi crimini e salvare la sua anima e il suo corpo dai tormenti. Henry approfondisce inoltre le ragioni che spinsero Giovanna a riprendere gli abiti maschili dopo aver promesso di non indossarli più: se Thomas Carte aveva attribuito questa gesto a una violenta inclinazione da lei giustificato con un ordine divino, per Hume, la vista di quegli abiti che le avevano portato tanto onore era bastata a risvegliare le sue antiche passioni. Henry, invece, non ammette alcuna scusante per gli inglesi, i quali avevano deliberatamente sottratto dalla sua cella gli abiti femminili sostituendoli con quelli maschili, costringendola così a indossarli nel momento in cui fu costretta ad alzarsi dal letto. Particolarmente drammatico è il resoconto dell’esecuzione: la sua eroica Pulzella, il cui unico crimine era stato un amore ardente ed entusiasta per la sua terra, viene infine condotta al rogo come Cristo alla croce e mentre un prete pronuncia la sua feroce invettiva, sulla pira campeggia l’iscrizione che riassume la sentenza di condanna. Giovanna d’Arco muore in mezzo alle fiamme aggrappata a un crocifisso, invocando il nome di Gesù. La sola giustificazione possibile per i suoi persecutori, conclude lo storico, è la loro ferma convinzione che ella fosse un’inviata del demonio, nell’inutile speranza che la sua morte avrebbe permesso loro di tornare in possesso dei territori perduti.

Autore: Robert Henry (1718-1790)

Datazione: 1771-1793

Ed. moderne: The History of Great Britain, From the First Invasion of it by The Romans Under Julius Caesar, Written on a New Plan. By Robert Henry, D.D. The Third Edition. Volume the Ninth. London: Printed by A. Stroban for A. Strahan; and T. Cadell Jun. And W. Davies, 1800.
https://archive.org/stream/historygreatbri16henrgoog#page/n7/mode/2up
Riferimenti a Giovanna d’Arco: pp. 92-106.
https://archive.org/stream/historygreatbri16henrgoog#page/n103/mode/2up

Nazione: Inghilterra

Parole chiave

  • Racconto storico, Robert Henry
Giovanna d’Arco ispirata da Dio intravede la sua gloria futura. Incisione del XVIII secolo.
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