Descrizione: La riflessione sulla difesa dell’identità nazionale già intrapresa da Etienne Pasquier e da altri storici della metà del Cinquecento, per il cancelliere del parlamento di Parigi Jean Du Tillet si traduce nello studio delle fonti primarie della storia di Francia e, soprattutto, nell’accurata ricerca tra i documenti legali e istituzionali conservati negli archivi parlamentari. Profondamente devoto alla monarchia e convinto che “les eʃcrits des choʃes paʃʃees, meʃmẽmet domeʃtiques, ʃont non ʃoulement tres-utiles, mais außi tres-neceʃʃaires, tant aux rois & princes ʃouuerains qu’à leurs ʃujets” (Du Tillet, Memoires, 1578, préface, p. ij), Du Tillet raccoglie in forma storia e di successione di regni questo ricco patrimonio documentario per illustrare le vicende dei re di Francia fino a Carlo IX e approfondire argomenti di varia natura, dalle origini dei francesi alle genealogie, dalle questioni diplomatiche alle usanze legate a incoronazioni, funerali, matrimoni, il tutto arricchito da una serie di pregevoli miniature che ritraggono i vari sovrani.
Anche il suo breve resoconto dedicato al regno di Carlo VII - del quale manca, sfortunatamente, una miniatura che lo ritrae - si inquadra in una prospettiva di sostegno ed esaltazione della monarchia che trova in Giovanna d’Arco il suo principale fautore: se l’occupazione della Francia da parte degli inglesi aveva privato il Delfino Carlo dei suoi diritti di successione, nel 1429 poté finalmente salire al trono “voye per armes & conʃeil de Iehanne Darc, appellee la Pucelle”, laquelle l’y conduiʃit & aʃʃiʃta armee audit ʃacre & courõnement. Du Tillet riassume in un racconto semplice ed essenziale le tappe della sua missione, dalle sue visioni celesti alla morte sul rogo, senza esprimere particolari giudizi ma senza tralasciare quegli elementi che possano dare rilievo alla sacralità della monarchia, come il bianco stendardo con l’immagine di Cristo che tiene in mano un giglio di Francia e che la Pulzella porta con sé alla cerimonia dell’incoronazione. Quanto al processo, lo storico si limita a osservare che Giovanna, nonostante fosse stata visitata e trovata vergine, venne costretta all’abiura poi condannata alla prigione perpetua con l’assoluto divieto di riprendere l’abito da uomo, senza tuttavia darle la possibilità di indossare altri abiti che non fossero quelli maschili. Il vescovo di Beauvais la dichiara pertanto relapsa e la consegna al braccio secolare, una sentenza che per lo storico era stata determinata esclusivamente dalla volontà di screditare Carlo VII, il quale aveva offeso la morale cristiana servendosi dell’aiuto di eretici per portare avanti la sua guerra. L’annullamento della sentenza, richiesto dalla madre e dai fratelli di Giovanna, cancellò definitivamente questa macchia, seppure “aʃʃez d’eʃprits legers mal parlent dudit ʃecours” (Ibid., p. 127) , sostenendo che la Pulzella fosse lo strumento di alcuni capitani dimenticando gli esempi di illustri eroine quali Debora e Giuditta e Giaele. Chiude il Recueil la Chronique abbregée di Jean du Tillet, fratello di du Tillet cancelliere e vescovo di Meaux, il quale racconta in modo ancora più conciso la storia della Pulzella, ma non senza riconoscere l’importanza del ruolo da lei esercitato nella restaurazione del regno di Francia.

Nazione: Francia