Shakespeare sulle scene italiane

autore: Beatrice Montorfano - referente scientifico: Sara Soncini

© Pisa University Press 2016
DOI: 10.12871/shakespeare01
Sottoposto a peer-review
Published: 30/09/2016
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INTRODUZIONE

L'obiettivo di comprendere la presenza di Shakespeare sulla scena italiana contemporanea trova necessaria realizzazione nel dispiegarsi di uno sguardo molteplice su un fenomeno infinitamente variabile. Da questa semplice constatazione nasce la volontà di ricercare, catalogare e analizzare le produzioni che esplicitano una relazione con l'autore in un periodo di tempo circoscritto, così da rendere materia di studio un quadro il più possibile esteso, anche se ovviamente sempre parziale. Se infatti il tema è approfondito per quanto riguarda casi particolari, non può dirsi lo stesso per quanto riguarda una situazione generale e complessiva, la cui ricchezza sembra d'altra parte meglio emergere proprio a partire da approcci metodologici differenti.
Una catalogazione può servire per scoprire continuità, oppure per constatarne l'assenza; può essere utile come punto di partenza per l'approfondimento di casi specifici, che confermino o smentiscano tendenze generali; può fungere da semplice database , i cui criteri classificatori già di per sé implicano un'analisi delle informazioni raccolte e favoriscono la riflessione sul panorama teatrale nella sua complessità.
Shakespeare è stato in grado, negli ultimi anni, di stimolare la creatività di diverse generazioni di artisti della scena, e di adattarsi a scelte estetiche e pratiche diverse, talvolta contrastanti. Ciò accade a livello globale, e la decisione di concentrarsi qui sulla dimensione italiana non appaia limitante poiché la produzione di matrice Shakespeariana mantiene caratteri di transnazionalità anche laddove analizzata all'interno dai confini di uno Stato: la circolazione dell'opera dall'Inghilterra all'Europa continentale e oltre, la traduzione linguistica dei testi, l'accrescimento di un oggetto performativo che negli anni è arrivato a comprendere, nel novero delle fonti, film, spettacoli, riscritture che a loro volta utilizzavano Shakespeare come punto di partenza o come materiale di scena, sono tutti fenomeni che permettono il superamento di barriere spazio-temporali e disciplinari, sottolineando la forte mobilità caratteristica della diffusione shakespeariana.
La raccolta dei dati necessari è avvenuta attraverso lo strumento del Patalogo, l'annuario della stagione teatrale italiana come fotografata dalla redazione di Ubulibri tra il 1979 e il 20091; fondato da Franco Quadri, è stato scelto come strumento di ricerca per la sua estensione e ricchezza, nonché per l'importanza, in questa sede, di un approccio basato sulla testimonianza e sulla partecipazione attiva, militante, ai fenomeni di rilievo della scena italiana contemporanea.
L'attenzione, durante la fase di catalogazione e la successiva analisi, si è concentrata sulla relazione tra testo e scena, su ‘Shakespeare’ e sul suo utilizzo nella performance, dunque sull'opera di coloro che lavorano riscrivendo, adattando, traducendo, abbandonando il testo dopo averne tratto ispirazione e rivelano così la disponibilità della materia drammaturgica ad un'interazione mobile e non gerarchica con lo spettacolo.
Il periodo preso in considerazione è quello che va dal 1990 al 2009 , sulla base della necessità di una delimitazione che, non circoscrivendo eccessivamente, permettesse tuttavia di individuare trend, sviluppi, evoluzioni; d'altra parte, comprendere all'interno di questo censimento altri decenni avrebbe comportato non poche difficoltà, tra cui il rischio che la contrapposizione tra rifiuto del testo e suo ritorno, avvenuta, semplificando notevolmente i termini del dibattito, tra anni '70 e '80, potesse riflettersi in modo eccessivo sulla raccolta, influenzandone i risultati e rendendo necessario un approfondimento teorico che avrebbe tolto centralità ad un'analisi fenomenologica dei dati raccolti.
All'interno di questo corpus, tuttavia, sono state inserite anche alcune produzioni successive al periodo in esame e non necessariamente catalogate nel Patalogo, realizzate nello specifico all'interno di istituti penitenziari italiani e approfondite nel corso di una ricerca ancora in corso; in questi casi, le schede risulteranno maggiormente dettagliate e corredate di riferimenti a ulteriore materiale o consultabile online o cartaceo.